Il termine “Disturbi Specifici dell’Apprendimento” (DSA) si riferisce ad un gruppo eterogeneo di disturbi caratterizzati da significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità scolastiche, quali la capacità di lettura (dislessia), di scrittura (disortografia o disgrafia) e di calcolo (discalculia), non imputabili primariamente a fattori di disabilità grave e comunque definibili in base al mancato raggiungimento di criteri attesi di apprendimento, rispetto alle potenzialità del soggetto. Nello specifico:
- La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento della lettura che si manifesta con un’eccessiva lentezza o scorrettezza nella lettura “a voce alta”. La dislessia non coinvolge necessariamente la comprensione del testo scritto, che generalmente si presenta adeguata.
- La disortografia è la difficoltà a tradurre correttamente (scrivere) i suoni che compongono le parole in lettere o sillabe corrette. Gli errori possono riguardare scambi, omissioni, inversioni, aggiunte di lettere fonologicamente simili (f/v, t/d) o graficamente simili (b/d, q/p, a/e).
- La disgrafia è una difficoltà di scrittura che riguarda la riproduzione delle lettere e dei numeri (“brutta grafia”).
- La discalculia è una difficoltà specifica nella conoscenza delle regole di composizione di numeri o nell’esecuzione di calcoli.
La diagnosi di DSA si pone se un alunno è sufficientemente intelligente (QI superiore a 85) e presenta marcate difficoltà di apprendimento (ad un livello manifestato da circa il 5% della popolazione in età scolare). Tuttavia, non tutti gli alunni che hanno difficoltà in queste aree presentano un disturbo dell’apprendimento, perché esiste una linea continua tra chi possiede ottime competenze e chi manifesta un grave disturbo; infatti ci sono alunni con lievi difficoltà di automatizzazione della lettura, scrittura e calcolo che non necessariamente hanno una diagnosi di DSA.
Per molti bambini si arriva troppo facilmente a tale diagnosi, mentre per molti altri, con altrettanta leggerezza, non si interviene confidando in una “naturale” risoluzione. Per chi davvero ha un disturbo di apprendimento è importante intervenire con una terapia mirata e tempestiva anche a livello logopedico. Anche per i bambini con difficoltà scolastiche non legate a tale diagnosi la terapia è importante. Ad esempio, le difficoltà possono essere legate ad un disagio familiare o sociale, e tali bambini vanno aiutati seppure in modo diverso. È importante, inoltre, non arrivare con troppa facilità alla diagnosi di disturbo dell’apprendimento, ma in ogni caso accogliere il disagio.
Il criterio diagnostico è basato sulle evidenti difficoltà di apprendimento e sulla impossibilità di attribuire questa difficoltà ad una causa. Pertanto, se i bambini presentano deficit neurologici, sensoriali o hanno subito traumi psichici non rientrano in questa diagnosi. Da non dimenticare che i bambini sono sottoposti a pressioni incredibili, a richiesta di prestazioni sempre maggiori senza che venga loro fornito un adeguato sostegno.
Il processo di maturazione interiore inizia in famiglia, continua alla materna e prosegue alle elementari. All’interno dello spazio terapeutico i bambini vengono ascoltati e aiutati a ripercorrere quel processo di maturazione, di interiorizzazione e di autonomia che è stato loro precluso. Viene chiesto di disegnare, di raccontare e raccontarsi in un contesto motivante, per far sì che ciò che hanno dentro, possa venir fuori ed essere utilizzato.
Spesso le cause sono più emotive che cognitive e vanno individuate caso per caso:
- sfiducia nei propri mezzi da parte del bambino;
- problemi pesanti che riempiono la mente;
- difficoltà a tollerare le ansie e la fatica dell’imparare;
- solitudine emotiva;
- pretese eccessive degli educatori.
Attraverso una diagnosi differenziale dove al centro dell'intervento c'è il bambino, non solo il suo disturbo scolastico, si individua l'eziopatogenesi. Focalizzata la natura del disturbo è possibile strutturare un mirato percorso terapeutico, multidisciplinare e pluridirezionale che aiuta il bambino, la sua famiglia e la scuola ad affrontare le difficoltà emerse e riportare, poi, una maggiore serenità ed equilibrio nel piccolo e nella sua famiglia.