Gli adulti spesso considerano aggressivi quei bambini che indugiano nei comportamenti diretti e spontanei. Tali bambini sono classificati come coloro che “passano all’atto”, il che implica uno scontro fisico con l’ambiente, in opposizione a chi si “trattiene”. “Passare all’atto”, in questo caso, può essere considerata sicuramente un’altra etichetta inappropriata poiché anche i bambini passivi, chiusi, sottomessi, forse perfino catatonici, “agiscono” qualcosa a modo loro.
In realtà, tutti quanti in genere manifestiamo qualcosa, ognuno nel proprio modo.
Di solito i bambini timidi o silenziosi non vengono in terapia. In genere piacciono agli adulti perché danno pochi problemi. Il problema si palesa quando il bambino comincia a esagerare il suo comportamento timido. Parla il meno possibile o addirittura mai. Talvolta non emette suoni al di là di un sussurro. Si mantiene in disparte, per paura di unirsi agli altri o di provare cose nuove. Spesso si tratta di un solitario, non ha amici o ne ha pochissimi.
I bambini introversi tengono tutto dentro. A un certo punto del loro cammino hanno imparato a tenere la bocca chiusa. Presto “ammutoliscono”, tenendo nascosti nel loro guscio i sentimenti e le esperienze. Il bambino “chiuso” spesso si trova in uno stato di isolamento perché incapace di partecipare a uno scambio interpersonale libero e tranquillo.
L’adolescenza è una fase molto delicata della vita e, tra l’altro, è anche il periodo in cui i giovani raggiungono una certa maturità sessuale. Parlare di sesso in famiglia non è particolarmente facile sia per i figli - che spesso si rivolgono ad altre fonti - che per i genitori, i quali molte volte tendono ad affidare al caso la conoscenza di questi argomenti.
È importante abituare i ragazzi a parlare con sincerità e soprattutto ascoltare ciò che hanno da dire, senza mostrare possessività o “scandalo”. Un atteggiamento reticente potrebbe spaventarli e indurli a tacere o peggio ancora a mentire. È opportuno, dunque, cercare di instaurare un rapporto di fiducia con gli adolescenti e, quando si affronta l’argomento “sesso”, favorire un clima di serenità e comprensione, in modo che trattarlo diventi più facile.
La fantasia del bambino in questi ultimi anni si è molto modificata, non solo sul piano dei contenuti ma soprattutto su quello della forma. In un contesto sociale dove i limiti diventano sempre più sfumati e dove tutto sembra possibile, immediato e precostituito, la fantasia trova sempre minor spazio di azione e ragione di esistere, il bambino rischia di perdere uno strumento di elaborazione e di crescita che per sua natura gli compete.
La fiaba ha una notevole importanza per lo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino. I messaggi che le diverse fiabe indirizzano direttamente all’inconscio del bambino lo aiutano a chiarire le sue emozioni, i suoi sentimenti e i processi interiori, gli suggeriscono soluzioni ai problemi che gli si presentano e promuovono lo sviluppo della sua personalità e della sua psiche.
Quando all’interno di una famiglia i genitori si separano, tutto il nucleo familiare viene fortemente coinvolto, sul versante sia organizzativo che emotivo.
Non sono solo i coniugi a separarsi, ma tutti nella famiglia devono affrontare questo processo, e le risposte alla separazione da parte sia dei bambini che degli adulti possono essere molto diverse tra loro, a seconda di come si vive emotivamente tale evento: non esiste un solo tipo di reazione alla separazione, e questo perché non esiste un solo tipo di separazione.
La coppia non esisterà più ma rimarrà una coppia di genitori di figli nati da quel legame. La quotidianità verrà sconvolta nei suoi ritmi, nei suoi spazi, nei suoi rituali: i coniugi dovranno riorganizzare la propria vita, la casa, le relazioni familiari ed extrafamiliari, ecc. Quello che si portano addosso saranno ricordi, dolori, lutti elaborati e non, della propria storia familiare; speranze deluse, sogni e progetti di vita che devono essere accantonati.